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Progetto ideato da Cittadellarte - Fondazione Pistoletto, si sviluppa nel 2012 grazie al supporto della Camera di commercio di Torino e alla Regione Piemonte, in collaborazione con Confartigianato, CNA e CasArtigiani Torino.

Il progetto è nato nel 2005 a Biella,
grazie alla creatività di Cittadellarte,
alla volontà di CNA Biella,
al supporto della Regione Piemonte,
della Camera di commercio di Biella,
al patrocinio della Provincia di Biella e Unioncamere Piemonte.

CITTADELLARTE-FONDAZIONE PISTOLETTO

Il territorio come fabbrica glocale

Sull’onda di un cambiamento epocale che vede il mondo farsi più piccolo, e quindi più vicine le opportunità e le minacce, due parole chiave sono invocate in ogni dove: innovazione e sistema.
A questo coro ormai consolidato, si aggiunge (nel 2008 in maniera plateale) la consapevolezza della necessità di riscoprire i “valori”, non in senso moralista, ma come fattori competitivi per i sistemi nazionali e regionali e per le imprese.
Queste tre parole chiave sono i cardini su cui abbiamo impostato il progetto Cubi in Movimento. Innovazione: qui c’entra la creatività. Ma da sola non basta. Occorre una creatività “implicata” e in contatto operativo con la realtà. Abbiamo quindi individuato il creativo par excellence, cioè l’artista, l’abbiamo formato a quella disciplina che chiamiamo a Cittadellarte “creatività responsabile” e lo abbiamo affiancato all’imprenditore e all’artigiano, portatori del patrimonio di conoscenze senza le quali l’innovazione e la creatività stessa non avrebbero potuto cogliere nel segno.
Valori: sappiamo dalla storia e dalla cronaca che la competizione sul costo non è più praticabile per le economie avanzate come l’Europa. Sappiamo anche che essa, semplicemente, non è più sostenibile, in quanto rappresenta l’altra faccia di un modello di sviluppo basato sull’idea di un pianeta su cui poter scaricare i costi ambientali senza preoccuparsi delle conseguenze. Condividiamo cioè una consapevolezza globale e locale: “più ecologia, più economia”. I fattori competitivi per il successo nell’economia glocale oggi sono ormai palesemente legati ai valori che i prodotti incorporano.
Sistema: la globalizzazione, la spinta alla delocalizzazione e la concorrenza sui mercati domestici di prodotti realizzati in economie dai costi di produzione incomparabilmente inferiori, facilita la formazione di nuovi players che si identificano con agglomerazioni territoriali capaci, appunto, di fare sistema. Il vecchio distretto industriale che tanto ha contribuito al successo del Made in Italy si rinnova e, là dove riesce a essere efficace, si ripresenta sulla scena internazionale arricchito di un potenziale competitivo che nuovamente gli garantisce vantaggi dinamici diffusi. I fattori che oggi vengono messi in campo in questa scacchiera, pertanto, non sono più prevalentemente legati al fare, ma all’essere. Il territorio che é prodotto, che sa operare e presentarsi come tale sulla scena competitiva glocale, buca lo schermo. Attrae il potenziale dell’immaginario e del simbolico e capitalizza su di questo.
Condizione primaria pertanto per la competizione in questo scenario è la capacità di un territorio di essere prodotto. Che cosa vuol dire, oggi, questa espressione?
Si può rispondere a questa domanda con un semplice concetto: qualità della vita. Un territorio in grado di esprimere in se stesso un’alta qualità della vita costruisce (oltre a goderne direttamente) il proprio capitale competitivo. Questo capitale diventa valore che i processi produttivi e distributivi incorporano nei prodotti. Il consumatore diventa attivista: sceglie con la propria scelta di consumo un sistema di valori che lo soddisfa e per cui paga un prezzo che spesso può anche costituire un premium price.
Il progetto Cubi in Movimento agisce in questo scenario, articolando le tre variabili chiave sopra ricordate in un percorso che diventa processo produttivo. I manufatti degli artigiani, ideati dagli artisti e corrispondenti ai prodotti costituiscono in se stessi una nuova tipologia produttiva, una nuova “merce” che il territorio, come fabbrica, immette sul mercato globale, caricandola di un potenziale simbolico e rappresentativo enorme.
Ecco perchè i prodotti diventano ambasciatori. La loro bellezza, la loro ambizione persino ideale, la loro pienezza di rimandi e di racconti, la loro connessione alle issues sensibili presenti al consumatore globale, la loro capacità di farsi materia e ispirare idee ed emozioni, parlano di una qualità della vita che deve appartenere al territorio che li ha generati.
In questa consapevolezza istintiva, in questo dover corrispondere, il progetto scommette la sua più grande scommessa. Sta ora al territorio che li ha generati rispondere. Cittadellarte, con l’Ufficio Produzione che, guidato da una Industrial Designer di rango come Armona Pistoletto, ha realizzato il progetto, ha sviluppato conoscenze ed esperienze che già vengono invitate anche a cimentarsi in altri contesti. Siamo consapevoli di come il progetto rappresenti un processo sperimentale, ma anche del fatto che stiamo creando prototipi e modelli che, presso la Commissione Europea come nel nostro Piemonte, vengono riguardati come best practises.
Per la riuscita del progetto non basta, infatti, una pur chiara e definita road map da seguire; non bastano capacità di comunicazione e di marketing territoriale; non basta la determinazione
a investire sul giacimento della cultura materiale; né la predisposizione di efficaci strumenti per la promozione dei prodotti: occorre conoscere e sapere valutare il linguaggio e le intuizioni dell’arte, mantenendo nel contempo la competenza e la vision per guidare la libertà creativa verso l’implicazione fattiva e concreta richiesta dal progetto. Occorre sapere creare un laboratorio creativo in cui far emergere l’identità del territorio ed esprimerne le potenzialità economiche, simboliche e culturali. Occorre saper valorizzare le qualità di eccellenza e di patrimonio acquisito dei prodotti e dei mestieri, ma anche poter rappresentare alle ragioni dell’economia, le ragioni e le intuizioni che la creatività sa cogliere prima e in modo più profondo che i professionisti di altre discipline.
Last but not least, ci vuole una visione di fondo che sappia guidare la pratica quotidiana e, a sua volta, ci vuole la concretezza del fare quotidiano che sappia informare la visione di lungo periodo e quindi, di fatto, il futuro. Il futuro del territorio locale e del territorio globale che abitiamo. Come cittadini. Come amministratori. Come imprenditori. Come artigiani e come artisti. In una parola, come potenziali produttori di qualità della vita.

Paolo Naldini, Amministratore Delegato di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto

www.cittadellarte.it